DARA DI JASENOVAC
Ieri sera finalmente, dopo mesi di attesa, ho visto il film "Dara di Jasenovac", che racconta il destino di una ragazza serba di 10 anni internata nel campo di concentramento di Jasenovac insieme alla sua famiglia. Questo film è basato sulle testimonianze dei superstiti e sui fatti accertati nei procedimenti giudiziari condotti dopo la Seconda guerra mondiale. Certi critici americani hanno cercato di infangare la verità sminuendo il valore artistico del film. Se non fossero incaricati di farlo, prenderei in maggiore considerazione le loro affermazioni. Purtroppo il film non ha ricevuto la nomination per il premio Oscar al miglior film in lingua straniera.
Io non sono una persona troppo sensitiva, farmi piangere è un arduo compito. Questo film è riuscito a farlo un paio di volte. La ferocia e la crudeltà degli ustaša (fascisti croati) sono agghiaccianti. Uccisioni "rituali" commesse per divertimento e a sangue freddo, torture nei confronti dei bambini, canto mesto delle donne in treno che le porta al campo di sterminio, alla morte certa mi hanno commosso profondamente. Non è possibile descrivere a parole ciò che ho provato guardando queste scene. Consiglio a tutti di vedere questo film! In termini di spietatezza è simile al film polacco "Wolyn" sul genocidio perpetrato da parte della popolazione ucraina ai danni dei polacchi (a parer mio, gli ustaša erano più crudeli e più organizzati).
"Dara di Jasenovac" è il primo film a trattare questo tema delicato, ragion per cui è oggetto di dibattito. Il campo di concentramento di Jasenovac venne istituito il 21 agosto 1941, a cinque mesi dalla creazione dello Stato Indipendente di Croazia (questo protettorato tedesco-italiano fu creato il 10 aprile 1941). Fu liberato da parte dei partigiani il 2 maggio 1945. Secondo l'ente nazionale per la Memoria della Shoah Yad Vashem circa 700 000 serbi, ebrei e rom hanno trovato la morte a Jasenovac per mano degli ustaša (la maggior parte delle vittime è di nazionalità serba - circa 600 000 persone). D'altro canto, la storiografia croata tende a diminuire il numero di vittime (gli storici croati menzionano la cifra irrisoria di 80 000 persone) e a banalizzare ignominiosamente l'esistenza di questo campo di sterminio. Gli ustaša hanno pure inventato un tipo di coltello detto "srbosjek" (tagliaserbi - presente anche nel film) per poter uccidere più velocemente. Purtroppo Jasenovac non fu l'unico campo di concentramento in Croazia. Gli ustaša, fuor di dubbio, trucidarono all'incirca un milione di persone perpetrando il genocidio ai danni del popolo serbo. Buona parte dei fascisti croati cambiò squadra pochi mesi prima della fine della Guerra diventando partigiani. Proprio loro commetteranno una serie di eccidi ai danni della popolazione italiana (veneta e friulana) in Istria.
Fatto sta che la Croazia, che oggi fa parte dell'Unione europea, non è mai stata "denazificata" e non ha mai rinunciato all'ideologia ustaša. La maggior parte dei carnefici è rimasta impunita morendo di vecchiaia in libertà. Visto che la Croazia era parte integrante della Jugoslavia comunista, durante il regno di Josip Broz Tito era vietato studiare le proporzioni del genocidio e parlarne. Nel 1995 la Croazia ha terminato il compito iniziato 50 anni fa mettendo in fuga la restante popolazione serba ovvero circa 200 000 persone. Dunque, la Croazia è stata premiata per il genocidio commesso, piuttosto che punita.
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