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 L'ULTIMO GHETTO IN EUROPA


Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha definito "inaccettabile" l'iniziativa annunciata dal presidente della Repubblica di Serbia Aleksandar Vučić di chiedere alla KFOR di permettere l'invio di militari e poliziotti serbi nel nord del Kosovo al fine di proteggere la comunità serba. La leader dei Verdi tedeschi avverte che "la recente retorica della Serbia" non riduce le tensioni. Ci tengo a sottolineare che la Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, adottata nel 1999 in seguito all'aggressione della NATO contro la Jugoslavija (in violazione dello Statuto delle Nazioni Unite visto che la NATO attaccò la Jugoslavija senza il beneplacito del Consiglio di Sicurezza), concede la possibilità di ritorno di "un adeguato numero di personale serbo" per, tra l'altro, "mantenere la presenza serba nei siti strategici", ovvero presso i siti del patrimonio nazionale serbo. Detta Risoluzione prevede altresì che "un accordo tecnico-militare da concludere rapidamente specificherà le ulteriori modalità necessarie, tra le quali il ruolo e le funzioni del personale serbo in Kosovo". La richiesta ufficiale del governo serbo è stata inoltrata alla KFOR il 16 dicembre 2022 e, purtroppo, non ha trovato accoglimento. Il governo serbo cercò di usufruire di detta possibilità per la prima volta nel 2003, un anno prima delle violenze del 17 marzo 2004. Se la richiesta del governo serbo fosse stata accolta nel 2003, l'esercito serbo, senza ombra di dubbio, sarebbe stato in grado di proteggere sia la popolazione civile che il patrimonio nazionale nel 2004, a differenza della KFOR (gli albanesi hanno devastato all'incirca 110 chiese e monasteri ortodossi).          

Il 6 gennaio 2023 un albanese ha tentato di uccidere due ragazzi serbi mentre stavano portando il badnjak (badnjak/бадњак è un ramo di quercia pieno di foglie che si custodisce in casa a partire dalla Vigilia di Natale) sparando a raffica da una vettura in movimento. Stefan Stojanović, un bambino di soli 11 anni, è stato colpito alla spalla sinistra. Suo cugino Miloš Stojanović, di 21 anni, è stato colpito al braccio. Fortunatamente, i due ragazzi non sono in pericolo di vita. Loro hanno passato il Santo Natale in ospedale anziché trascorrerlo spensieratamente con i propri genitori. Il fatto che la Chiesa ortodossa serba celebri la Vigilia di Natale il 6 gennaio (Badnji dan/Бадњи дан in serbo, si noti che il nome di questa fesitività deriva dalla parola badnjak) amplia la gravità di quanto commesso. Inoltre, un gruppo di albanesi ha pestato un ragazzo serbo di 18 anni a Klokot, vicino a Gnjilane, provocandogli varie lesioni. Il malcapitato stava rientrando a casa dalla chiesa dove aveva assistito alla liturgia del Natale ortodosso (il 7 gennaio).

Questi due episodi, accomunati dall'odio infernale che gli albanesi nutrono nei confronti del popolo serbo, dimostrano ancora una volta che il Kosovo è l'ultimo ghetto in Europa. Le istituzioni europee non hanno trovato opportuno condannare il Kosovo per il clima di terrore consciamente creato dalle istituzioni kosovare. Il silenzio del ministro degli Esteri tedesco è ignominioso e vergognoso. Temo che la locuzione latina "Qui tacet, consentire videtur" (Chi tace, sembra acconsentire) sia la descrizione migliore dell'ipocrisia europea.  

                                                            Il piccolo Stefan in ospedale 
                                              

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