UN CLIMA DI TERRORE IN KOSOVO E METOCHIA
Tutto il mondo sta seguendo con la massima attenzione il vigliacco e frettoloso ritiro delle forze armate degli Stati Uniti d'America dall'Afghanistan che rischia di trasformarsi in un gravissimo disastro umanitario. Il presidente Joe Biden conferma che le truppe statunitensi lasceranno la capitale afghana Kabul entro il 31 agosto, in barba al premier britannico Boris Johnson e alla cancelliera tedesca Angela Merkel che hanno cercato di convincerlo a concedere più tempo per l'inevitabile ritiro. L'Afghanistan ha dimostrato ancora una volta di essere il "cimitero degli imperi", visto che l'impero britannico non riuscì a conquistarlo manu militari e l'Unione Sovietica ritirò le proprie truppe da questa terra martoriata nel 1989.
D'altro canto, la presenza degli Stati Uniti in Kosovo è ancora solida. La più grande struttura militare fuori dagli USA è ubicata proprio in Kosovo (Camp Bondsteel), vicino alla città di Uroševac (Ferizaj in albanese). Purtroppo un clima di terrore e di odio nei confronti del popolo serbo, acuito negli ultimi mesi, regna sovrano in questo protettorato americano in Europa. E nessuno se ne accorge, nessuno reagisce di conseguenza.
Dragica Gašić, la quale aveva abbandonato il Kosovo nel 1999 dopo la guerra, è rientrata a Đakovica, esaudendo il proprio desiderio di ritornare in Kosovo. Lei è vittima di abusi, attacchi e maltrattamenti da parte della comunità albanese, che vuole cacciarla via ancora una volta dalla sua città, nella quale ha vissuto i momenti più sereni della sua vita. Dragica non può condurre una vita normale a causa dei suoi concittadini albanesi, sostenuti da 11 organizzazioni non governative. Qual è stato il suo peccato originale? Il fatto di aver avuto il coraggio di rientrarci. Il messaggio che vogliono lanciare è chiaro - voi, profughi serbi, non dovete mai ritornare in Kosovo.
Il 23 agosto Mihajlo S, un ragazzo serbo di 12 anni, è stato picchiato a Kosovska Kamenica da un gruppo di albanesi senza alcun motivo. Oltre alle lesioni fisiche che ha subito, Mihajlo è esterrefatto. Un mese fa Petar Petković, un altro ragazzo serbo di 13 anni, ha subito lo stesso (mal)trattamento da un gruppo di albanesi a Gojbulja, vicino a Vučitrn.
La vita dei serbi in Kosovo e Metochia è caratterizzata dal terrore e dalla paura. Sono ghettizzati da decenni, la loro incolumità individuale viene violata. Il film "Enklava" raffigura nel migliore dei modi la loro vita quotidiana, consiglio a tutti i lettori di questo articolo di vederlo. Il silenzio della comunità internazionale è assordante e vergognoso.
. Mihajlo M. picchiato da un gruppo di albanesi
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