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PERCHÉ LA SERBIA NON DEVE MAI RICONOSCERE L'INDIPENDENZA DEL KOSOVO?


Nel 1999 la NATO ha bombardato la Jugoslavija per 78 giorni conculcando il diritto internazionale in maniera inaudita e inaccettabile per rendere possibile la secessione del Kosovo. La provincia autonoma Kosovo ha dichiarato l'indipendenza il 17 febbraio 2008, a nove anni dall'aggressione della NATO. Tra i paesi che non hanno riconosciuto la sua indipendenza e che non hanno alcuna intenzione di farlo vi sono Russia, Cina, India, Iran, Grecia, Spagna, Brasile, Messico et cetera. Dunque, la maggior parte della popolazione mondiale non l'ha fatto. D'altro canto, il mondo occidentale, a eccezione della Spagna, ha riconosciuto l'indipendenza del Kosovo senza esitazioni. Purtroppo, l'Italia (il governo Prodi II) l'ha fatto il 21 febbraio 2008 nonostante l'esistenza del secessionismo padano. È degno di nota il fatto che il Kosovo non faccia parte dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) a causa del suo status irrisolto.

Il nuovo ordine mondiale, nato dopo la caduta del muro di Berlino, viene caratterizzato dall'unipolarismo e dal globalismo aggressivo che tende a cancellare qualsiasi peculiarità del territorio e ogni identità nazionale. Fortunatamente, il globalismo non è riuscito a inficiare il sentimento che il popolo serbo nutre per il Kosovo e Metochia. Visto il fatto che il mondo stia diventando multipolare (la Cina e la Russia sono delle superpotenze in statu nascendi, dunque il saggio "La fine della storia e l'ultimo uomo" scritto dal politologo statunitense Francis Fukuyama è profondamente erroneo), sono persuaso che non riuscirà a farlo. Per il popolo serbo il Kosovo e Metochia non è soltanto un territorio qualsiasi, non è soltanto una provincia autonoma. Per noi il Kosovo e Metochia ha un valore spirituale che non si può quantificare. Cercare di quantificarlo sarebbe vergognoso e ignominioso. La nostra identità non ce lo concede.

Innanzitutto, il Kosovo e Metochia fu la culla della Serbia medievale. La città di Prizren fu la capitale dell'imperatore serbo Dušan (Цар Душан). Vi sono all'incirca 1300 chiese e monasteri medievali, motivo per cui il Kosovo e Metochia è il cuore pulsante della nostra spiritualità. Alcuni monasteri medievali (monastero di Dečani, monastero patriarcale di Peć, monastero di Gračanica e cattedrale di Nostra Signora di Ljeviš) fanno parte dell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. "Le istituzioni kosovare" non sono in grado di proteggerli. Gli albanesi hanno incendiato il monastero patriarcale di Peć nel 1981. Nel 1999, dopo la fine della guerra e nel 2004, durante gli scontri, gli albanesi hanno devastato all'incirca 110 chiese e monasteri. Il loro atteggiamento è equiparabile a quello dei terroristi dell'Isis. 

Il popolo serbo è riuscito a sopravvivere al plurisecolare dominio ottomano grazie al Giuramento del Kosovo, punto cardine dell'identità nazionale serba. La battaglia della Piana dei Merli, combattuta nel 1389, e la scelta di knez Lazar Hrebeljanović di sostituire il regno terreno al Regno celeste hanno ispirato tantissimi scrittori e pittori. L'epica popolare serba è incentrata su questa celebre battaglia (ne scrivo qui https://ivanjokanovic.blogspot.com/2020/10/lepica-popolare-serba-durante-il-regno.html). Lo spirito di sacrificio e l'assenza di paura davanti al nemico sono l'essenza del Giuramento del Kosovo. Il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo da parte della Serbia sarebbe un vile tradimento dei valori dei nostri avi.

Infine, chiamiamo in causa l'etimologia. La denominazione "Kosovo" deriva dalla parola serba e slava kos (merlo). Questa parola è presente in quasi tutte le lingue slave (ad esempio, kos in polacco, кос in bulgaro ecc.). Il nome "Metochia" viene dalla parola greca metokhê (μετοχή), che significa "comunità religiosa". È interessante che anche gli albanesi utilizzino la denominazione serba (Kosova).

    

 

                      


                  

                             

                           

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